BERGAMO INSIEME, il programma

Spunti per una visione programmatica della città nei prossimi cinque anni

Bergamo avrà un futuro soltanto se ricominceremo a vedere bambini per le strade, se la tragica situazione demografica odierna verrà ribaltata. Di questo passo (750-800 nati contro 1.350-1.500 morti all’anno) la città non soltanto non ha futuro, ma va verso l’estinzione. L’impegno per la ripresa della natalità è il primo punto del nostro programma. Il secondo punto è l’impegno per l’integrazione dei giovani, per affrontare la terribile emergenza educativa che riguarda anche il nostro territorio e in particolare le famiglie più fragili, quelle che abitano spesso nei quartieri. E proprio i quartieri, in questo quadro organico, rappresentano la terza area di intervento nella quale vogliamo agire.

1 – Quartieri e strategia educativa
L’amministrazione comunale sarà perciò impegnata come regista di una strategia che coinvolgerà i suoi assessorati e poi istituzioni culturali (compresi Donizetti, Carrara, Gamec, Politecnico delle Arti, biblioteche) associazioni sportive, Ats, Asst, parrocchie, oratori, scuole e volontariato in un’attività che ha come scopo l’emancipazione e la rivitalizzazione dei quartieri, con particolare riguardo ai più giovani e alle famiglie, in modo da avviare un nuovo fronte educativo e di relazioni. Lo scopo principale di questa strategia è l’integrazione dei ragazzi in un ambiente culturale, che faccia cogliere l’opportunità di una buona vita, che li aiuti a sviluppare un’identità positiva. Questo impegno verrà portato avanti con una squadra di educatori di strada (almeno trenta) che lavorerà in sintonia con tutte le istituzioni che abbiamo citato, con la regia dell’amministrazione comunale, con l’obiettivo, fra l’altro, di contribuire alla diffusione del senso civico e al rispetto degli altri oltre che alla conoscenza della nostra Costituzione. Il lavoro per garantire un futuro positivo a tanti giovani della nostra città avrà un riflesso sulla percezione della sicurezza nella popolazione perché tra gli obiettivi si annovera anche lo scongiurare la costituzione di baby gang e bande tipo “paranza” sul territorio e il ridurre gli atti di teppismo e di microdelinquenza.

2 – Rilanciare la natalità
Questo impegno educativo nei confronti dei giovani non avrebbe senso senza uno sforzo per aiutare le giovani famiglie e supportare l’intenzione di creare nuovi nuclei familiari. Per questo il Comune dovrà impegnare quante più risorse possibili attingendo a sue disponibilità, ma anche attraverso progetti regionali, nazionali ed europei al fine di ampliare l’offerta degli asili nido e di abbattere i costi di iscrizione. Dovremo cercare di supportare le giovani famiglie che decidono di mettere al mondo dei bimbi con aiuti economici, ma anche con personale che vada nelle case regolarmente nei primi due anni di vita del bambino in modo che mamma e papà non si sentano soli. Dovremo essere registi di un’alleanza con i privati, con le aziende, le imprese perché ci aiutino in questo lavoro fondamentale per l’avvenire della città. Dovremo studiare convenzioni per esempio riguardanti i trasporti, abbonamenti Atb agevolati o gratuiti in favore di nuclei familiari con figli. Dovremo studiare la possibilità di ridurre i costi delle bollettazioni, soprattutto nei quartieri popolari.

3 – Alleanza per la città
Il lavoro di regia della nuova visione di città coinvolgerà diversi enti.

Scuole. Fino al biennio delle superiori bisognerà fare in modo che i ragazzi non tornino a casa prima delle 17, magari istituendo la settimana corta. E’ un problema gravissimo quello dei bambini e ragazzi che tornano a casa alle 13 o alle 14 e non trovano a casa nessuno. Discorso analogo per le vacanze estive: si apre una voragine educativa.

Istituzioni Culturali. Donizetti, Carrara, Politecnico delle Arti dovranno andare nei quartieri, portare arte, musica, cultura in ogni angolo della città con proposte organizzate e promosse dall’Assessorato alla Cultura. Per esempio con mostre e laboratori organizzati secondo una logica sistematica e programmata. L’obiettivo è di coinvolgere tutta la popolazione, ma in particolare i giovani in manifestazioni e attività. Per esempio, porteremo dieci pianoforti a rotazione nei cortili dei condomini dei quartieri, suonati da diplomandi non per un concerto sporadico, ma per un vero programma concertistico. L’arte non può restare solamente nei santuari. E in questo senso va ripensato il ruolo e la funzione di ciascun motore culturale della città, compreso quello rappresentato dalla Gamec, Galleria d’arte moderna e contemporanea, che andrebbe condotta anche in modo da aiutare gli studenti, i giovani talenti dell’Accademia Carrara e delle scuole d’arte. La Gamec potrebbe aiutare gli studenti migliori, costruendo con loro dei percorsi di crescita, in modo da potere poi anche venire proposti a livello non solo locale attraverso i canali della Gamec, che ci ha abituati alle rassegne e mostre di autori spesso stranieri grazie alle relazioni con gallerie e musei di altri paesi. Ebbene, questa relazione potrebbe essere preziosa per accompagnare i nostri ragazzi verso un percorso internazionale.

Oratori e Parrocchie. Sono enti territoriali fondamentali, tradizionali portatori di educazione che andranno profondamente coinvolti nell’attività degli educatori di strada che procederanno con i sacerdoti degli oratori nella comune regia disegnata insieme e promossa dall’amministrazione comunale.

Ats e Asst. Saranno coinvolti per cercare di fornire un aiuto soprattutto nelle situazioni al limite quando è previsto un intervento di tipo sanitario (tossicodipendenza, alcolismo, per esempio), ma anche per la consulenza e il supporto in materia psicologica e psichiatrica.

Associazioni sportive. Svolgono già nella città un ruolo fondamentale nell’educazione dei ragazzi. Di comune accordo cercheremo le possibilità per cui questo ruolo vada a rafforzarsi all’interno della strategia socioeducativa complessiva.

Negozi di vicinato. Andranno aiutati non soltanto a non chiudere, ma anche a crescere, in modo da rappresentare un contributo alla rete sociale del quartiere, di questa alleanza per la città. Si può pensare a sgravi fiscali, ma anche a una campagna comunicativa per favorire la scelta dei piccoli negozi da parte dei consumatori. Il Comune dovrà adoperarsi per creare un circolo virtuoso fra i piccoli produttori della provincia e i piccoli negozi della città.

4 – Case di Quartiere
L’amministrazione comunale dovrà compiere ogni sforzo possibile per realizzare in tanti spazi già disponibili (centri anziani o centri per tutte le età) una vera casa di quartiere, che diventi anche un punto di riferimento sociosanitario, sul modello dei consultori avviati a fine anni Settanta del Novecento. Bisognerà lavorare di concerto con Ats e Asst, in armonia con le Case della Comunità e la Guardia Medica, in collaborazione con l’Ordine dei Medici e delle Professioni Infermieristiche, nonché con quello degli Psicologi di Bergamo per offrire alla popolazione dei quartieri un punto di riferimento medico e psicologico soprattutto nei giorni in cui il medico di base è assente (in particolare nei fine settimana).
4a – La casa di quartiere dovrebbe diventare il luogo della gente, come è già parzialmente. Ma dovrebbe diventare il punto di riferimento perché sarà possibile trovare un medico o un infermiere, perché sarà possibile trovare uno psicologo. Si trascura come nella città, per tante ragioni che non esaminiamo in questa sede, il numero di persone con disagio mentale è in continua crescita e che i servizi tradizionali non riesco a fornire risposte sufficienti per tutti. Si tratta di un bisogno che riguarda tutte le età e che, in ogni caso, al di là delle trattazioni specifiche, ha certamente bisogno per essere affrontato di centri di ascolto, di vero ascolto, anche di problematiche personali. Luoghi dove chi si sente solo, chi sente di annaspare rispetto alla propria esistenza, possa venire, almeno per un tratto, ascoltato e accompagnato. Una sorta di telefono amico fatto però di persona, organizzato da volontari formati in collaborazione con figure professionali. Uno spazio aperto alle persone di tutte le età anche in fase di crisi personale.
4b – La Casa del quartiere andrà a integrare quello che rappresentavano parrocchie e oratori, e che in parte ancora rappresentano, in stretto collegamento con questa preziosa presenza sul territorio. Ma sarà anche in stretto contatto con gli educatori di strada e luogo strategico degli eventi culturali e sportivi.
4c – Il portierato sociale sarà pure un elemento della casa di quartiere, i portieri sociali accoglieranno le persone e le famiglie e cercheranno insieme la soluzione a eventuali problemi.

5 – Quartieri e fragilità
Si tratta di istituire una “banca dati della fragilità”, una piattaforma web. L’origine delle informazioni inserite nella piattaforma si basa su una banca dati integrata di dati sociali, sanitari e demografici, oltre ad altre informazioni di natura territoriale utili ad intercettare le persone in stato di fragilità. Al termine della fase di integrazione dati, verranno censite tutte le persone fragili presenti sulla città (anziani di età maggiore di 70 anni, persone di età maggiore di 70 anni in carico ai servizi sociali; persone che hanno fatto richiesta di un contrassegno per invalidi alla Polizia Locale; persone con esigenza di supporto nella vita quotidiana, che hanno espresso domanda di fruizione di assistenza familiare; persone con problemi di mobilità).
Il risultato ottenuto è una piattaforma di “Big Data” che, in condizioni di emergenza facilita gli assistenti sociali e la protezione civile nel compito di stabilire in modo preciso e rapido, le priorità e le modalità più adatte per intervenire sulle situazioni maggiormente a rischio. Il progetto supporta i soggetti fragili del territorio anche attraverso l’installazione di sensori all’interno degli appartamenti con l’intento di fornire dati utili ai “care giver”. L’idea è quella di posizionare dei piccoli sensori a batteria che non necessitano di alcun cablaggio in grado di fornire, ad intervalli prestabiliti, dati sul movimento della persona (o mancanza di esso), dati ambientali quali temperatura, umidità e luminosità. I dati provenienti dai sensori vengono elaborati e presentati in una dashboard in grado di restituire un quadro significativo dei comportamenti. La schermata, “dashboard” in uso agli operatori, disegnata con un approccio di facile utilizzo, “useroriented”, con elementi grafici in grado di mostrare immediatamente anomalie per mezzo di icone e segnali grafici.

6 – Mobilità
La mobilità a Bergamo si trova di fronte a una svolta: la possibilità di avviare un servizio comprensoriale (tipo metropolitana) sul suo asse est-ovest, tra Ponte San Pietro e Montello, passando per Mozzo, Curno, Bergamo, Seriate. E’ fondamentale che vengono istituite fermate in tutti i quartieri e i luoghi importanti della città e dell’hinterland, come avviene a Milano per il passante ferroviario e a Napoli con la linea Pozzuoli-Napoli-Salerno che nella tratta urbana effettua fermate a ogni chilometro. Questo servizio, unito alla tranvia di Albino e a quella nuova di Villa d’Almè darà un grande miglioramento. E un passo avanti lo faremo se la linea ferroviaria che punta a sud, verso Verdello, pure nel tratto cittadino inserisca tre fermate di tipo comprensoriale, prima di Stezzano. Un altro elemento importante è la riproposizione di linee di filobus, il mezzo più ecologico a disposizione, rilanciato da città come Milano e Modena, per esempio, e negli ultimi anni riscoperto in tutta Europa. A differenza dei bus elettrici, il filobus non ha bisogno di enormi batterie che poi sarà un problema smaltire. Bisognerà ripristinare almeno un paio di linee elettriche aeree per garantire elettricità ai pantografi di questi mezzi che viaggiano su gomma e non hanno bisogno di un’infrastrutture impegnativa come binari e rotaie. Ma si può optare per una soluzione diversa, di avanguardia tecnologica: i filobus che non hanno più bisogno di linea aerea se non in pochi singoli punti della tratta dove restano fermi per un minuti in modo da ricaricare delle piccole batterie a condensazione, estremamente ecologiche. E’ una nuova tecnologia che sta iniziando a prendere piede e che elimina quasi totalmente l’infrastruttura data dal filo aereo. Altro punto: si dovrà prolungare la linea del tram delle valli fino a Porta Nuova, utilizzando un unico binario, quindi con risparmio di spazio e di costi. Bisognerà poi affrontare il tema dei parcheggi di interscambio evitando l’errore dei parcheggi nel centro cittadino. Il centro deve diventare più accessibile, senza ingolfarlo di automobili.

7 – Programmazione urbanistica
Bisogna puntare a costituire una rete, un’Unione di Comuni della corona di Bergamo (sul modello emiliano) , Unione dei Comuni fra Serio e Brembo in modo da progettare finalmente un’urbanistica con significato razionale, coordinata, rispettosa dei bisogni non di un Comune, ma di tutta l’area. In una fase di profonda trasformazione dei governi locali, con evidenti difficoltà legate alla scarsità di risorse e alla complessa gestione dei servizi pubblici i comuni sono messi alla prova da crescenti vincoli e pressioni. La cooperazione tra comuni, o intercomunalità – fenomeno in crescita a livello europeo – è una risposta a queste sfide. La gestione comune di funzioni e servizi (istruzione, sociale, Polizia Locale, ecc.) permette agli enti locali di operare in maniera più razionale ed efficiente, erogando servizi di migliore qualità su un territorio e a una popolazione più ampi. L’Unione costituisce una mera modalità di riorganizzazione dei servizi di competenza degli Enti locali. Gli uffici creati in una o più sedi dell’Unione di Comuni, ben riconoscibili dalla cittadinanza, erogano direttamente servizi agli utenti. L’obiettivo è quello di fornire ulteriori prestazioni, di migliorare le performance esistenti, nonchè di individuare standard di servizio a livello d’ambito. L’istanza politica, anche in tale caso, rimane tuttavia di derivazione comunale; l’Unione è punto di sintesi politico-amministrativa e definizione delle priorità, che dà luogo ad una organizzazione di dipendenti a servizio dei Comuni. Forte la volontà di creazione di una comunità di abitanti dell’Unione e di un’identità territoriale, geografica, sociale ed economica. L’integrazione organizzativa fra Unione e Comuni è data dalla tecnologia (applicativi gestionali unici per quanto attiene alle funzioni conferite), dalle regole e dalle prassi comuni, nonché da luoghi di coordinamento organizzativo dei vertici politici e amministrativi. Vengono mantenute e valorizzate le autonomie dei propri Comuni rimarcando la netta distinzione fra unione e fusione. In altre parole, i conferimenti di funzioni non limitano i Comuni delle proprie prerogative politiche e istituzionali, ma hanno lo scopo esclusivo di raggiungere livelli ottimali, o comunque migliorativi, dei servizi a beneficio esclusivo della cittadinanza.

8 – L’abitare. Problema casa
Il tema della casa rappresenta un ambito di grande criticità per una parte sempre più ampia della popolazione, anche gli osservatori nazionali evidenziano come alcune condizioni sociali o di fragilità, sono estremamente correlate alle difficoltà di mantenere il proprio alloggio. Questa è la situazione attuale che riguarda gli alloggi Erp di proprietà del Comune di Bergamo: assegnati 771 alloggi, 37 liberi, 123 sfitti per carenze manutentive, 41 sfitti per ristrutturazione. Ma le famiglie che hanno richiesto una casa in affitto (moderato e sociale) in città superano i 1000 nuclei.
8-A Creazione di una azienda partecipata del Comune per la gestione delle case popolari di proprietà Gli inquilini delle case popolari abitano in contesti (molto) spesso degradati sotto il profilo dell’integrazione e della qualità della vita: povertà energetica, solitudine, fragilità sociale ecc. Il sistema è complesso e un semplice assessorato (per ragioni legate al numero di dipendenti, di professionalità richieste, ecc.) in una città con oltre 100 mila abitanti, non è sufficiente e rischia di lavorare sempre in emergenza. La nostra idea è quella di affidare a un’unica struttura la gestione della parte di welfare e quella di carattere tecnico manutentivo: le politiche per l’edilizia residenziale pubblica non possono più essere pensate separatamente (welfarebuilding), la stretta connessione tra questione abitativa e coesione sociale richiede anche ai Comuni di fornire risposte tempestive con un approccio globale al tema del !diritto all’abitare”, inteso non soltanto come diritto all’accesso a un alloggio, ma anche come diritto a vivere in un contesto sostenibile, sia sotto l’aspetto ambientale che sociale. Il sistema va riformato, ripensato (in una chiave anche provinciale, nel senso che, una volta messa a segno la struttura, questa potrebbe offrire un servizio anche per i comuni del territorio). “Spacchettare” in più assessorati il tema dell”abitare è un errore che impedisce di dialogare in modo uniforme e soprattutto operare secondo una visione d”insieme. Inoltre, l”affidamento ad MM, misura temporanea e presa in un momento di emergenza (vista la rottura dell”accordo con Aler), va ora superata; l”azienda milanese ha potuto operare solo interventi di carattere temporaneo e manutentivo, si è così perso il presidio dei quartieri, la presenza e il rapporto con le famiglie oltre a una strategia a lungo termine.Mancano gli alloggi, serve un patto con i privati per assorbire parte degli appartamenti invenduti, già da anni sul mercato. Il numero di questi appartamenti viene calcolato in cifre veramente importanti: si tratta di migliaia di alloggi. Proponiamo di avviare un dialogo con le società immobiliari per individuare un numero di alloggi da affidare alle famiglie con canoni moderati e popolari. Attualmente i richiedenti sono più di mille, il patrimonio edile a disposizione non è sufficiente, l’accordo con i privati per l’invenduto sarebbe salvifico per tante famiglie. Questi appartamenti potrebbero venire acquisita dalla società partecipata di cui parlavamo prima: potrebbe trattarsi di un buon intervento, considerando che evidentemente gli appartamenti di cui parliamo non avrebbero bisogno di alcun intervento, perché di recente costruzione e mai utilizzati. I fondi per questa iniziative potrebbero venire reperiti intercettando bandi europei dedicati al tema della casa. Si potrebbe invitare alla partecipazione qualche Fondazione che agisce sul territorio bergamasco.
8 – B Social housing
Si punta a rimettere sul mercato alloggi di proprietà privata attualmente sfitti mettendo a disposizione un fondo di garanzia per il proprietario e fino a 2.000 euro di contributo a fondo perduto per l”# inquilino che stipulano un contratto d”affitto 3+2 a canone concordato. Il Comune raccoglierà la disponibilità di privati che hanno case sfitte per assegnarle a nuclei familiari che rientrano nella cosiddetta fascia intermedia. Si tratta di famiglie con un ISEE compreso tra i 9.360 euro e i 35mila euro, che non sono in possesso dei requisiti per accedere all”edilizia pubblica, ma che sono in difficoltà nel trovare alloggi sul libero mercato. Occorre inoltre avere cittadinanza italiana e permesso di soggiorno con validità almeno annuale e non avere titoli di proprietà su altri immobili nel territorio della provincia di Bergamo. A supporto della sostenibilità economica, viene richiesto che almeno un componente del nucleo familiare abbia occupazione stabile. I proprietari ricevono un contributo per costi in fase di attivazione (es. Ape, certificato di conformità degli impianti, registrazione contratto…), conduzione e chiusura del contratto. Inoltre sono tutelati da un fondo di garanzia per morosità e assistenza giudiziale; infine, è previsto un fondo per l’esecuzione di piccoli interventi manutentivi ordinari o straordinari. Per fare richiesta di inserimento negli elenchi sarà necessario compilare un form online rinvenibile sulla pagina web del Comune.
8 – C Lotta alla povertà energetica
Nella categoria detta di !povertà abitativa” rientrano anche le persone che pur avendo ottenuto un alloggio, vivono in situazioni di profondo disagio sociale, in case non riscaldate, sovraffollate, perché non sono in grado di sostenere i costi dell”alloggio. A questo proposito è importante mantenere alta l”attenzione sul tema della povertà energetica, un problema che ha un costo ambientale, sanitario e sociale per tutti: è in crescita continua il numero di famiglie che hanno difficoltà a pagare le bollette per garantirsi servizi essenziali come il diritto a scaldarsi. In questo scenario, è fondamentale generare nuovi modelli di governo del servizio, caratterizzati dall”interazione tra Comune e società di multiservizi (es A2A). L”idea è quella di un progetto per una bollettazione dedicata a famiglie indigenti. Tutti i finanziamenti !a pioggia” potrebbero, almeno in parte, essere veicolati in uhm fondo per la povertà energetica che corra in aiuto di chi magari riesce a corrispondere la rata dell”affitto sociale, ma non ce la fa con le bollette.
8 – D Casa multigenerazionale
Nell’ambito del tema abitare, è importante prendere in considerazione la “Casa multigenerazionale”, cioè quelle abitazioni dove vivono famiglie di età molto diverse, con spazi comuni da condividere che favoriscono attività collettive e servizi di assistenza sia per i bambini, sia per gli anziani, promuovendo quindi una forma di comunità di vicinato, pronta a intervenire in caso di necessità, come avveniva un tempo nelle case di ringhiera, ma anche per quanto riguarda la gestione del tempo libero.
8e – Si propone la creazione di portierati sociali soprattutto nei quartieri più fragili della città. Queste, in sintesi, le attività previste: rilevazione dei bisogni e delle richieste dei
residenti, cercando di individuare a quali uffici fare pervenire le problematiche; accompagnamento dei nuovi inquilini, per orientarli e per facilitare la convivenza e il rispetto reciproco; informazione tempestiva sui regolamenti, sugli obblighi da rispettare; facilitazione nella mediazione culturale e nell’integrazione delle diversità, comprese le differenze etniche; organizzazione di momenti comuni di assemblea e condivisione; informazione al Comune degli eventi che accadono come abbandono dell’alloggio, decessi, ospitalità prolungate; animazione della vita del vicinato, organizzazione di occasioni di incontro; promozione delle attività e dei laboratori creativi per ragazzi e per persone anziane (vedi il capitolo relativo alla promozione dei quartieri).
8f – Esiste poi il tema dei senza tetto, degli homeless che dormono sotto i portici della città, ovunque. Bisognerà cercare di realizzare un ulteriore luogo di accoglienza, simile al Galgario, alla Bonomelli, al Patronato San Vincenzo, dove accogliere e sviluppare anche delle attività formative per favore la ripresa, il riscatto di persone che spesso si trovano in condizione di depressione o di dipendenza da alcol e droga.
8g – Nei quartieri dove non sarà possibile organizzare una casa del quartiere proponiamo un accordo con la Croce Rossa Provinciale per mettere a disposizione, per esempio in maniera trimestrale, postazioni mobili per effettuare i controlli di base per verificare lo stato di salute delle persone.

9 – Ambiente
La realizzazione della tranvia per Villa d’Almé insieme agli altri interventi ai quali abbiamo accennato (il servizio metropolitano da Montello a Ponte San Pietro, quello verso Verdello) insieme alla re-introduzione di filobus renderanno meno necessario l’utilizzo di autovetture e quindi diminuirà l’inquinamento dell’aria cittadina. Accanto a questo bisognerà pensare a una strategia nuova per l’aeroporto: il Caravaggio dovrà annullare i voli notturni e fermare l’espansione di quelli diurni: si tratta di un aeroporto dentro la città, deve rispettare le regole e le norme che già esistono. Al contempo occorre fermare in maniera assoluta il consumo di solo, preservare il verde della nostra città promuovendo invece la riqualificazione degli edifici esistenti, che devono migliorare la classe energetica in linea con quanto chiesto dall’Europa e con quanto la città ha sottoscritto aderendo al patto per la “neutralità climatica” con emissioni zero nel 2050. E’ importante anche continuare a sviluppare la rete di teleriscaldamento, e dotare di pannelli fotovoltaici quanto più possibile tutti gli edifici di proprietà comunale. In questo campo per progetti e finanziamenti esistono diverse possibilità di utilizzare bandi dell’Unione Europea.

10 – Macchina Comunale
E’ necessario fare in modo che la macchina del Comune funzioni a pieno regime motivando i dipendenti, gratificandoli quando meritevoli. Ma anche andrà studiata una nuova organizzazione degli uffici e implementata la pianta organica per affrontare in modo efficace le grandi sfide che attendono il Comune di Bergamo con particolare riguardo ai temi elencati, ma anche alla necessità di reperire risorse economiche nelle varie sedi istituzionali da Regione a Governo nazionale a Unione Europea.

11 – Rapporto con i privati
Riprendendo la fruttuosa politica dell’amministrazione uscente, bisognerà cercare l’alleanza con i soggetti privati, banche, industrie, imprese in maniera sistematica in modo da integrare le possibilità economiche offerte dal bilancio comunale.

12 – La bellezza della città
La qualità urbanistica e architettonica di Bergamo va valorizzata. Dobbiamo avviare uno sforzo perché i portoni delle parti storiche vengano riaperti, spesso nascondono gioielli. Magari dando un contributo per la realizzazione di cancelli (che in molti edifici storici già esistono) che consentano comunque di ammirare i cortili delle case. Altresì è importante che si avvii una prassi di ri-emersione della città dell’acqua, cioè che molte rogge e canali, oggi sotterrati, vengano riportati alla luce, dove possibile, come avrebbe dovuto accadere nei lavori di trasformazione dell’area Italcementi in via Camozzi. Invece la roggia è rimasta nascosta e anche la recinzione e portineria degli anni Trenta sono stati cancellati, abbattuti. La bellezza della città si difende con una politica estetica dei quartieri e con l’estensione a tutti i quartieri delle zone 30. Altro punto fondamentale è quello del verde: per la bellezza della città e per la salute di tutti, è fondamentale introdurre nuove alberature che interrompano la dominazione di asfalto e cemento, materiali responsabili delle isole di calore che si sviluppano in estate. Bisognerà cercare di decementificare dove possibile e di sostituire l’asfalto con la terra, l’erba, gli alberi. Anche nei quartieri, anche nel centro della città. Più alberi significa più verde, più ossigeno, più ombra, quindi controllo della temperatura.

13 – Turismo
Il flusso turistico è cresciuto enormemente negli ultimi dieci anni, portando nella città centinaia di migliaia di visitatori. Bergamo stessa sta cambiando pelle a causa di questo fenomeno: la Città Alta rischia di diventare un villaggio turistico, il numero di bed&breakfast e di case vacanza in questi anni si è moltiplicato in modo impressionante: nella nostra città abbiamo oltre mille abitazioni a scopo turistico. Vent’anni fa si contavano sulle dita delle mani. E’ quindi necessario considerare il movimento turistico con attenzione, si tratta di un fenomeno che va governato per sottolinearne i vantaggi e per limitarne i pericoli, soprattutto in merito al rischio che Bergamo perda le caratteristiche che la rendono tanto amata dai visitatori. Per questa ragione riteniamo importante che venga ripristinato un assessorato al Turismo che ragioni con tutti gli operatori della città per capire in che modo il Comune possa guidare con saggezza questo sviluppo, cominciando con le strutture necessarie all’accoglienza (i bagni, le aree di sosta dei bus, per esempio) e per stabilire regole che rendano il flusso turistico “sostenibile”, che non snaturi la nostra città.

14 – Bergamo capitale della Bergamasca
La città, al di là della questione Unione dei Comuni di cui abbiamo già parlato, deve tornare a rivestire il ruolo di capitale della provincia, di alleata del grande territorio bergamasco. Questo promuovendo iniziative di promozione, di collaborazione su molti piani. Un esempio per tutti. La città dovrà promuovere un mercato settimanale centrale dei prodotti della montagna bergamasca, un appuntamento regolare. Ma si potrebbe pensare a un mercato coperto aperto tutti i giorni con i prodotti della campagna bergamasca, montagna e pianura, che sia facilmente accessibile per tutti. Una possibile collocazione potrebbe diventare l’area della Reggiani, di cui, naturalmente, occuperebbe soltanto una piccola parte. Questa realizzazione non rappresenterebbe soltanto una possibilità di acquisto di prodotti da parte dei cittadini, maavrebbe altresì valore turistico, ma soprattutto potrebbe rappresentare un incentivo per i non pochi giovani che prendono in considerazione la possibilità di una vita di ritorno alla natura nelle nostre valli spopolate, ma anche negli ultimi lembi di campagna della pianura devastata dai capannoni.

15 – Immigrazione
E’ urgente dotare la città di un altro luogo di accoglienza simile al Patronato San Vincenzo, ma anche al Galgario o alla Bonomelli. E’ pure necessario che la città si doti di un luogo di accoglienza e di accompagnamento dei migranti con attività educative e di lavoro, a partire dall’insegnamento della nostra lingua. Un tentativo di questo genere era stato effettuato durante l’amministrazione Gori con l’Accademia dell’Integrazione. Potrebbe rappresentare un punto di partenza facendo tesoro di quella esperienza nei suoi aspetti positivi, ma anche per non ripetere eventuali errori che furono commessi. Ci sono diversi luoghi che possono prestarsi ad attività di questo genere in città, pensiamo all’ex convento dei Celestini, a quello di Matris Domini, ma anche al grande edificio di Torre Boldone di proprietà della Mia o, sempre a Torre Boldone.

16 – Sicurezza e Area Stazione
Gli interventi già esposti che riguardano il territorio incideranno anche sulla sicurezza in generale e sul fenomeno del degrado dell’area stazione. E’ però evidente che occorre un intervento specifico su questa parte della città mediante un approccio personale, come era stato realizzato da don Fausto Resmini. Al contempo serve un coerente sforzo repressivo e di ordine pubblico in particolare nei confronti di quei soggetti – non molti in realtà – che fanno dell’attività delinquenziale il loro abituale stile di vita. Si ritiene fondamentale procedere a un incremento dell’organico della polizia locale, che dovrebbe arrivare almeno a duecento agenti, in modo da assicurare la presenza in ogni quartiere della coppia di “vigili a piedi”.

17 – Partecipazione
In coerenza con quanto espresso nei primi punti, è evidente che auspichiamo le più ampie forme di partecipazione. L’amministrazione comunale deve entrare in rapporto diretto con i cittadini. I quartieri vanno ascoltati, la giunta deve essere decisa nelle sue cose, ma non decisionista. Dobbiamo rilanciare il rapporto con i cittadini. Se la gente si allontana dalla politica è anche compito del Comune (primo gradino della partecipazione e del governo della cosa pubblica) fare in modo che si avvii un ritorno. La politica torni in mezzo ai cittadini, anche organizzando consigli comunali nei quartieri. Perché no?

18 – Cultura
Anche della cultura abbiamo già detto. E’ fondamentale che la Cultura, come la politica, torni a essere patrimonio di tutti e, come già sottolineato, faccia uno sforzo per uscire dai santuari. Istituzione fondamentali per Bergamo e per la sua identità, devono diventare motori di teatro, di arte, di musica, di pensiero che va nelle strade, nelle piazze, nei cortili dei condomini. In modo sistematico, dando luogo anche a laboratori che coinvolgano la popolazione, giovani e non soltanto. La politica culturale della città dovrà valorizzare le sue realtà in ogni campo dalle arti figurative alla musica, al teatro, alla letteratura, alla riflessione religiosa. Dovremo fare uno sforzo per esprimere il meglio della nostra cultura in dialogo aperto con le suggestioni che arrivano dal mondo, da tutto il mondo. Considerando anche gli aspetti scientifici, promuovendo l’attività del Museo di Scienze Naturali e della manifestazione Bergamo Scienza.

19 – Bilancio, una proposta a “base zero”
Con il budgeting a base zero, il bilancio parte da zero o da una “base zero” ogni anno. Utilizzando questo approccio, ogni linea di business all’interno di un’organizzazione viene analizzata per le sue esigenze e i suoi costi ignorando al contempo le spese storiche. La differenza fondamentale è la giustificazione: i budgeting a base zero devono rivedere ogni spesa all’inizio del ciclo di budget e le linee di business devono giustificare la necessità e l’impatto di ogni voce prima che il finanziamento sia approvato. Ogni voce del budget viene esaminata senza l’influenza degli effettivi dell’ultimo periodo come budget baseline. Ogni elemento viene valutato con attenzione per determinare se i programmi, i servizi o le attività verranno aumentati, mantenuti, ridotti o rimossi. I manager devono tenere conto di tutti gli elementi del budget e identificare le aree convenienti, rilevanti e a costi contenuti. Il ZBB è più di una semplice riduzione dei costi. È un passo necessario per liberare le risorse e i fondi necessari per le iniziative di crescita. Utilizzando questo approccio, ogni linea di business all’interno di un’organizzazione viene analizzata per le sue esigenze e i suoi costi ignorando al contempo le spese storiche. La differenza fondamentale è la giustificazione: i budgeting a base zero devono rivedere ogni spesa all’inizio del ciclo di budget e le linee di business devono giustificare la necessità e l’impatto di ogni voce prima che il finanziamento sia approvato), da quello che sto leggendo è una vera rivoluzione; non viene applicato per diversi motivi: devi trovare un esperto capace di applicarlo, rivede la lista dei fornitori da capo (saltano i rapporti con gli amici degli amici…), ecc. In Italia, Francesca Balzani ex assessore al bilancio del comune di Genova, lo ha realizzato con successo, tagliando il debito pubblico e permettendo così di dare più risorse ai cittadini e meno al sistema bancario. Nel 2013 il sindaco Sala la volle assessore a Milano e fece benissimo. Lo ZBB permise al Belgio, per esempio, di abbattere clamorosamente il debito pubblico: è un sistema collaudato nelle amministrazioni pubbliche (e non solo) dei paesi anglosassoni e in molte amministrazioni europee..

20 – Disabilità e barriere architettoniche
Dobbiamo incrementare l’impegno per l’eliminazione delle barriere architettoniche, dobbiamo fare in modo che i marciapiedi diventino punti sicuri dove camminare mentre a oggi la maggior parte dei marciapiedi della città sono disseminati di irregolarità a volte anche notevoli che rendono difficile il procedere di persone anziane e arduo anche lo spingere una carrozzina che deve avanzare fra piccole buche e dislivelli. La sistemazione dei marciapiedi anche nei quartieri è un compito importante, che non può venire rimandato. Bisognerà prestare attenzione anche ai punti di attraversamento stradale mediante scivoli ben fatti e alle “corsie” per le persone che non vedono o che sono comunque ipovedenti, dotate cioè di una capacità di visione molto limitata.